La frazione di Siponto si trova a circa 2 km dal centro storico di Manfredonia e, ad oggi, è considerata alla stregua di un quartiere residenziale e meta balneare. La riqualifica della zona è iniziata dagli anni ’30, con un’opera di bonifica delle paludi sipontine, dalle quali poi nacque il lido di Siponto. La fine sabbia dorata della spiaggia si affaccia sul mare smeraldo, fonte di salvezza per turisti e residenti durante le afose giornate estive. È doveroso informarvi, inoltre che questa meta balneare tuttavia riserva una particolarità unica. Il lembo di spiaggia che si estende subito dopo il Lido dell’Aeronautica è annoverato nella lista non ufficiale delle spiagge naturiste, quelle dove si può prendere tranquillamente il sole in costume adamitico.. Se invece siete amanti più che della tintarella tradizionale o nature, dell’arte e dell’archeologia, Siponto offre centinaia di secoli di storia da scoprire andando di pari passo con la geografia del luogo.
Iniziando quindi dalla zona del lido, presso la Piazza di Sant’Andrea, è possibile ammirare la fontana Piscitelli; un’opera scultorea risalente agli anni ’30 ed appartenente all’artista Tommaso Piscitelli.
Questa fontana deve la sua bellezza non solo alla raffinatezza delle linee ma soprattutto al significato che racchiude. L’uomo raffigurato al centro rappresenta infatti il Gargano che sorregge tre donne, ciascuna delle quali simboleggia la pastorizia, l’allevamento e la pesca: le tre attività di sostentamento della popolazione del luogo. I tre puttini posti in cima reggevano originariamente il fascio littorio, sostituito poco prima della fine della seconda guerra mondiale con un murice.
Le “opere” più antiche si trovano invece in località Capparelli. È possibile ammirare infatti dei complessi sepolcrali scavati nel tufo e risalenti al V e IV secolo a. C.; le strutture architettoniche sono articolate in nove ipogei con funzione sepolcrale per i pagani prima e cristiani poi.
La storia dell’antica cittadina di Siponto, detta anche “la città delle seppie”, secondo la sua etimologia, affonda le proprie radici fino ai tempi dell’omerico eroe Diomede, il quale, secondo la leggenda, ne sarebbe stato il fondatore. In realtà, la sua storia inizia nel II secolo a. C. dopo che venne sottratta ad Arpi per punirla del comportamento filocartaginese mostrato durante la battaglia di Canne.
Nel corso dei secoli successivi si alternò la dominazione da parte di diverse civiltà, da quella greca a quella sannita, fino a conoscere il suo massimo splendore sotto quella romana. Dopo la caduta dell’Impero, il dominio passò in mano prima ai saraceni e poi ai barbari, fino a quando, nel 1223, la cittadina fu rasa al suolo da un violento terremoto. Dopo questo catastrofico evento gli abitanti abbandonarono le proprie case per trasferirsi nella vicina Manfredonia. Oggi, grazie al lavoro di archeologi e studiosi, è possibile visitare le rovine di quella che un tempo era una meravigliosa e fiorente cittadina pugliese.
L’area in cui sorgeva l’antica Siponto è stata trasformata in un parco archeologico visitabile esclusivamente previa prenotazione presso il Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia.
Durante la passeggiata, tra le rovine, è possibile scorgere i reperti che vanno dal II secolo a. C. all’Alto Medioevo, tra cui case, strade, luoghi di riunione della comunità, un anfiteatro e soprattutto le chiese, tra cui la più importante, quella di Santa Maria Maggiore.
Quest’ultima è stata edificata tra l’XI ed il XII secolo d. C. ed è considerata l’emblema per eccellenza dell’ architettura romanica pugliese con influenze islamiche ed armene. L’attuale edificio sorge sopra ad un’antica basilica paleocristiana, la quale, crollata con il terremoto che ha distrutto l’antica Siponto, oggi è un rudere ricco di interesse archeologico. La particolarità primaria della nuova chiesa, sorta sulla basilica, sta proprio nel fatto che le sue mura sono state innalzate recuperando le macerie degli edifici crollati col sisma.
La struttura è a pianta quadrata e nella parte sottostante è anche presente una cripta. Sulle pareti rivolte a sud e ad est sono collocati due absidi, mentre l’ingresso è di tipo monumentale, particolarmente ricco di intagli, abbellimenti, figure zoomorfe con contaminazione di linee in stile orientale. L’interno della chiesa è di altrettanta bellezza. La mensa dell’altare maggiore è costituita da un sarcofago paleocristiano. Purtroppo non è più possibile ammirare in loco le opere che vi sono state custodite per secoli poiché sono state spostate nella cattedrale di Manfredonia per questioni di sicurezza. Tra queste si annoverano l’icona di Santa Maria Santissima di Siponto, e la statua lignea della Madonna dagli occhi sbarrati risalente al IV secolo. Se visitate la chiesa superiore è d’obbligo scendere la scalinata esterna che porta alla basilica inferiore, uno spettacolo architettonico che vi riporterà indietro nel tempo fino allo splendore dell’età romanica.